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La Biennale di Dakar

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Saved by Cris
on April 13, 2011 at 12:00:58 pm
 

 

La Biennale di Dakar nasce nel 1989 come progetto teorico. Nel 1993 la sua struttura viene modificata e la Biennale di Dakar del 1996 diviene una mostra specificatamente dedicata all'arte contemporanea africana. Nel 1998 la manifestazione si consolida e durante l'edizione del 2000 assiste ad un grande cambiamento: viene eletto il nuovo presidente del Senegal Abdoulaye Wade pochi mesi prima della data di apertura della Biennale. Per la prima volta sale al potere un nuovo partito politico dopo quarant’anni di monopolio dell’Unione Progressista Senegalese. Gli organizzatori di Dak’Art restano in attesa: nessuno sa quali conseguenze può avere il cambio di governo; non si sa se la manifestazione avrà luogo, se verrà rimandata o addirittura cancellata, se arriveranno i finanziamenti e se si può contare sull’appoggio del neoeletto presidente. La capacità della biennale di sopravvivere al nuovo ordinamento politico dimostra la forza e l’autonomia del segretariato generale ed il grado di consolidamento che la manifestazione ha raggiunto nel corso degli anni. L’edizione del 2002 conta su nuovi finanziamenti e viene curata dai responsabili nominati dal nuovo Ministero della Cultura. L’organico del segretariato generale viene ampliato e si migliora in particolare l’ufficio stampa. L’organizzazione della Biennale cerca di valorizzare le risorse locali, senegalesi e africane: il catalogo viene stampato per la prima volta a Dakar (durante le altre edizioni il catalogo veniva preparato e stampato in Francia) e un gruppo di artisti senegalesi lavora con uno scenografo belga per realizzare un migliore allestimento della Biennale. L'edizione 2004 assiste alla presenza di un più vasto pubblico internazionale e una maggiore attenzione alle opere. Durante l'edizione del 2006 la biennale subisce una nuova trasformazione: una nuova organizzazione e la nomina di direttore artistico invocato da tanti anni. La mostra dà ampio spazio agli artisti e viene allestita con un più ampio budget. Legno, fibre naturali e metallo sono le materie prime più usate dai designer che, nella biennale di Arte Africana Contemporanea di Dakar, hanno potuto far conoscere al mondo i loro lavori. Caratterizzate da colori vivaci e forme geometriche lineari le creazioni rispecchiano la volontà di riscoprire la tradizione del loro continente rielaborandola in forme innovative. La Biennale di Dakar è per gli artisti africani come la nostra Biennale di Venezia, un trampolino di lancio per entrare nella scena internazionale. L’Unione Europea ha finanziato e patrocinato l’evento, credendo che la divulgazione della cultura africana sia passo importante per capire al meglio il continente africano. Questa edizione ruotava intorno alla metafora dello specchio nel doppio significato di uno strumento che mostra e allo stesso tempo che invita a riflettere, che può inviare immagini fedeli o distorte: come appare l’Africa agli occhi del mondo? e cosa vuole mostrare di sè? Alcuni dei partecipanti sono ad esempio:

 

Soly Cissé

Soly Cissé nasce a Dakar nel 1969 e fatica a convincere il padre, un medico militare, a permettergli di intraprendere la carriera di artista. In 1995 Soly Cissé frequenta un laboratorio di fotografia e partecipa alla mostra collegata organizzata dal Centro culturale francese di Dakar. Nel 1996 si diploma alla Scuola d'arte di Dakar. Nel 2001 rappresenta il Senegal ai Giochi della Francofonia. È selezionato alla Biennale di Dakar 2000 e 2002. Espone all'interno della grande mostra di arte contemporanea africana Africa Remix.

 

Moustapha Dimé

Nasce nel 1952 a Louga in Senegal e riceve la sua prima formazione alla scultura nel legno tra i Laobés. Tra il 1966 e il 1970 frequenta il centro di formazione artigianale di Dakar e fa alcuni viaggi in Gambia. Viaggia poi in diversi paesi dell'Africa Occidentale, tra i quali Mali, il Burkina Faso, la Costa d'Avorio, il Ghana e la Nigeria. Si perfeziona poi alla Scuola d'arte di Dakar e nel 1980 ottiene una borsa di studio che gli permette di ritornare in Mali per studiare il bogolan, una tecnica di tintura dei tessuti. Nel 1982 diventa un residente del Village des Arts di Dakar e nel 1993 apre il suo studio sull'Isola di Gorée. Alla Biennale di Dakar del 1992 la sua opera riceve il primo premio. All'età di 46 anni muore nel 1998 nella città senegalese di Saint-Louis (Senegal) per un cancro allo stomaco. La sua morte prematura lo coglie in un momento in cui il mondo sta riconoscendo il suo lavoro.

 

Ndary Lô

Nato nel 1961 è cresciuto nella regione di Thiès. Ndary Lô vince Gran premio Léopold Sédar Senghor (Grand Prix Léopold Sédar Senghor) alla Biennale di Dakar del 2002, dove espone La longue marche du changement. Il presidente della giuria della biennale Ery Camara spiega che la decisione di premiare l’opera è stata unanime tra i membri della giuria e che il lavoro vince per la sua intensità. La decisione di premiare Ndary Lô suscita polemiche tra i partecipanti della biennale, mentre la stampa senegalese la sostiene con entusiasmo. Durante la Biennale di Dakar 2008, Ndary Lô presenta l'installazione del titolo La Muraille verte ricevendo per la seconda volta il Gran premio Léopold Sédar Senghor (Grand Prix Léopold Sédar Senghor) insieme all'artista Hadji Mansour Ciss.

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